Status quo

L’Italia è sempre meno un paese per donne. Siamo precipitati all’ottantesimo posto nella classifica mondiale stilata dall’ultimo rapporto 2012 Global Gender Gap del World Economic Forum (24 ottobre 2012). L’Italia è tornata ai livelli di cinque anni fa nelle statistiche mondiali sulle pari opportunità tra donne e uomini. In questo già grave contesto, il fenomeno della violenza contro le donne italiane e straniere è un elemento di ulteriore inquietudine. Qualche dato dalle indagini Istat ci consente di quantificarne le dimensioni, e solo di immaginare la sofferenza che ne deriva:

l’Indagine sulle molestie sessuali del 2008-09 rivela che circa la metà delle donne in età 14-65 anni (10 milioni 485 mila, 51,8 %) hanno subito nell’arco della loro vita ricatti sessuali sul lavoro o molestie in senso lato. Quella del 2006 sulla violenza dentro e fuori la famiglia, stima che 6 milioni 743 mila donne dai 16 ai 70 anni sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Cinque milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%). Circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner. Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate. Il sommerso è elevatissimo e raggiunge circa il 96% delle violenze da un non partner e il 93% di quelle da partner.

Il sintomo più clamoroso del fenomeno della violenza contro le donne sono i femminicidi, di cui in Italia non si hanno dati ufficiali, ma che sono da anni osservati dalla Casa delle donne di Bologna, sono numeri sicuramente sottostimati, che rivelano una escalation di violenza che conta 877 donne uccise dal 2005 ad ottobre 2012. La risposta alle donne che chiedono aiuto è presidiata e gestita con abnegazione sul territorio dai centri antiviolenza. Nel 2011 le donne in situazione di violenza intra ed extra familiare che si sono rivolte centri antiviolenza sono state 13.137 (dati dell’associazione nazionale D.i.Re, 2011). Di queste, quelle che si sono rivolte ad un centro antiviolenza per la prima volta rappresentano quasi il 70%, questo dato conferma la diffusione del fenomeno della violenza sulle donne e la necessità della presenza sul territorio di luoghi preposti a sostegno delle donne.

Il contesto europeo e internazionale sollecita da tempo gli stati membri e l’Italia in particolare ad adottare e ratificare le raccomandazioni prodotte in tema di violenza contro le donne, in particolare:

  • la Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica)
  • le raccomandazioni conclusive rivolte all’Italia dal Comitato CEDAW del 2011 e dalla Relatrice Speciale ONU contro la violenza sulle donne del 2012. In quest’ultima è stato richiesto a vari Stati, tra cui Messico e Italia (unico Paese europeo, nel 2011), di adottare misure specifiche per il contrasto al femminicidio.

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