Un decreto «agile», lo ha definito il premier Enrico Letta, che mette uno dietro l’altro dodici articoli e che vuole essere «un chiarissimo segnale di contrasto e di lotta senza quartiere» nei confronti del femminicidio. Oggi il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, un provvedimento annunciato ai tempi della ratifica della Convenzione di Istanbul dall’allora Ministra alle Pari Opportunità Josefa Idem e che finalmente può essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale. Nel provvedimento si inseriscono pene più severe per gli autori della violenza, si rende irrevocabile la querela (sottraendo così la vittima alle pressoché rituali minacce per il ritiro) e si prevede l’arresto in flagranza per i maltrattamenti e per lo stalking. Inoltre, alle forze di polizia viene data la possibilità di buttare fuori di casa il coniuge violento, se c’è un rischio per l’integrità fisica della donna. Punizioni severe anche per chi utilizza il canale informatico per fare molestie.