In Italia un magistrato su due è donna. Ma sono solo sei (su 31) le candidate alle primarie indette dall’Associazione Nazionale Magistrati per il 25-27 marzo. I conti non tornano, ma non c’è molto da stupirsi: la magistratura, nel nostro paese, è un organo saldamente in mano maschile, con l’83% dei posti nei luoghi decisionali occupati da uomini. E anche all’interno del Csm, la presenza delle donne non supera il 10%.
Difficile negare, insomma, che esista un problema di genere tra i giudici italiani. E anche per questo si batte Paola Di Nicola, giudice al Tribunale di Roma e una delle coraggiose candidate alle primarie per l’Anm. Al suo fianco si è schierata ‘Time for Equality’, la campagna no profit per la parità di genere lanciata da Rosa Brignone nell’aprile 2013 che promuove la data di ‘Ferite a Morte’ in Lussemburgo di lunedì.
‘Time for Equality’ ha sostenuto la nomina di Paola Di Nicola come ‘Woman Inspiring Europa 2014’, raccogliendo un ampio numero di adesioni di personalità, istituzioni e cittadini che le hanno riconosciuto un ruolo fondamentale nella battaglia per realizzare una società più moderna e inclusiva, basata sui principi della democrazia paritaria e della partecipazione.
A partire dall’esperienza di Paola Di Nicola, è nato anche il dossier ‘La magistratura attraverso la lente di genere’ (link: http://www.http://timeforequality.org/dossier-la-giudice/) che fotografa le disparità nel settore in Italia.