Ferite a Morte non è solo un progetto teatrale, ma sostiene in ogni città uno o più servizi che si occupano di contrasto alla violenza alle donne sotto diversi aspetti. La data di Roma ha scelto come destinatari dell’incasso quattro centri del Lazio.
Tutti questi centri forniscono assistenza gratuita a donne vittime di violenza mediante attività di volontariato fornita a tutti i livelli necessari quali ad esempio l’assistenza legale e psicologica ed è per questo molto importante per noi sostenerle.
Il Centro Donna Lilith è un’associazione di volontariato che ha tra gli scopi essenziali la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne ed i minori. Organizzano anche corsi di formazione per operatrici antiviolenza, personale socio-sanitario, forze dell’ordine, interventi e seminari di sensibilizzazione per studenti, insegnanti, e associazioni presenti sul territorio.
Dal gennaio 2003 l’ Associazione Centro Donna Lilith gestisce la Casa Rifugio Emily, struttura residenziale ad indirizzo protetto per donne che non vogliono più subire violenza. La Casa Rifugio è un luogo sicuro e protetto in cui le donne che hanno subito abusi e maltrattamenti trovano aiuti concreti ed immediati, oltre ad informazioni e sostegno per la realizzazione di nuove prospettive di vita. Gli obiettivi del percorso sono il superamento del senso di impotenza che la violenza lascia, e la ricostruzione della propria autostima.
SOStegno Donna è un’Associazione che si è costituita nel 1996 tra volontarie di diversa formazione politico-culturale che, a partire dalla proposta di legge di iniziativa popolare contro la violenza sessuale, hanno individuato nell’associazionismo femminile il mezzo più efficace per denunciare maltrattamenti, stupri, ricatti e molestie sessuali in famiglia, sui luoghi di lavoro.
Da oltre 16 anni SOStegno Donna opera nei Comuni dei Castelli Romani e del territorio della ASL RM H, ASL RM G e di Roma Sud sulle suddette problematiche. Le operatrici sono tutte state formate con corsi per le donne vittime di abuso, violenza domestica, violenza assistita su minori, mobbing, stalking. L’Associazione si avvale di avvocate specializzate e del lavoro di psicologhe e psicoterapeute che collaborano per sostenere la donne nell’elaborare e consapevolizzare il vissuto del trauma della violenza subita.
Il Centro Donna L.I.S.A. nasce invece nel 1997, da un collettivo di donne presente nel territorio dal 1993, diventato associazione nel 1995 con il nome di “Donne in Genere Onlus”. Il Centro cura con particolare attenzione i rapporti con le donne di tutto il mondo, migranti o residenti nei paesi d’origine, ed è molto impegnato nelle politiche di contrasto alle guerre.
Anche questo Centro offre ascolto e consulenza giuridica gratuita alle donne che subiscono o hanno subito maltrattamenti e violenze, organizza seminari e dibattiti, realizza programmi di solidarietà internazionale, promuove iniziative culturali nel territorio, svolge attività di formazione rivolte alle donne volontarie di centri antiviolenza e rivolte ai giovani per il contrasto della cultura di violenza di genere.
Ha realizzato diverse campagne di informazione e prevenzione, corsi di italiano per straniere, Corso rivolto agli operatori sanitari per riconoscimento e accoglienza per donne che subiscono violenza.
E’ a Viterbo che troviamo Erinna, associazione di donne contro la violenza alle donne che dal 1998 sostiene le donne che subiscono violenza. Gestisce il centro antiviolenza a Viterbo. È vivacissima in ambito culturale.
Il Centro accoglie solo donne e tutto il sostegno è gratuito. Accogliere una donna che subisce abusi, soprusi, maltrattamenti fisici, psicologici, economici vuol dire fare leva sui suoi punti di forza per restituirle un’immagine di sé positiva, attiva e concreta, sfatando l’immagine culturalmente accettata che le vittime di abuso siano donne deboli, senza capacità, energie, iniziative.
È questo il motivo che ci spinge a cercare l’aiuto delle persone che, oltre ad essere in grado di sostenerci, riteniamo sensibili ad un tema quale quello della violenza alle donne, alle bambine e ai bambini e che vogliono, in qualche modo, contribuire a metter fine ad una cultura che, quanto meno, tollera e si avvale dei tanti motti popolari per giustificare soprusi, umiliazioni che, non tanto di rado, sfociano in assassini.