“La violenza maschile sulle donne non è un tema privato, mai: né quando la violenza avviene tra le mura domestiche, né quando si esprime in tante forme nei luoghi di lavoro”; così Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, spiegando la sua adesione alla Convenzione contro la violenza maschile sulle donne – femminicidio.
La Camusso sarà domani sera al Duse, tra le attrici e lettrici che interpreteranno i monologhi di “Ferite a morte”, scritti da Serena Dandini.
“La Convenzione richiama le Istituzioni alla loro responsabilità – continua Camusso -, ricorda come la libertà femminile sia la premessa di civiltà del Paese, afferma in modo inequivocabile che a contrario il contrasto alla violenza sulle donne è un grande tema politico”.
Camusso ha ricordato che la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo, ha redarguito l’Italia per tutte le sue mancanze nel contrastare la violenza sulle donne e le discriminazioni di genere. “Ma c’è violenza anche nel mondo del lavoro – sostiene Camusso – La crisi che investe l’economia italiana è affrontata con politiche recessive di austerità. Sappiamo quanto la precarietà esponga le lavoratrici native e migranti al ricatto sessuale, quanto faccia proliferare le dimissioni in bianco, indebolisca la sicurezza nei luoghi di lavoro e alimenti il mobbing. Anche per questo chiediamo da tempo che venga recepito in Italia l’accordo quadro europeo sulle molestie e sulla violenza sul luogo di lavoro firmato a Bruxelles ben tre anni fa, nel 2007, dal sindacato europeo e dalle associazioni delle imprese”.
“Sono convinta che la violenza contro le donne sia una sconfitta per tutti – conclude il segretario generale – come abbiano voluto scrivere nello striscione appeso sulla porta della sede nazionale della Cgil. Per tutto questo sottoscrivo la Convenzione no more”.