Con la ratifica di Andorra e della Danimarca, compie un passo avanti decisivo la Convenzione di Istanbul, lo strumento del Parlamento Europeo contro le violenze domestiche. Salgono infatti a undici i paesi membri che si sono impegnati ufficialmente nella direzione di proteggere e aiutare le
vittime.
Per diventare legalmente vincolante, il testo ha bisogno di almeno dieci paesi che l’abbiano ratificato e dunque il testo entrerà in vigore dall’agosto 2014: “Oggi il testo diventa uno strumento concreto per la protezione delle vittime”, ha esultato Mendes Bota, General Reporter sulla violenza contro le donne. “L’aumento di casi di violenza e la mancanza di consapevolezza sul tema sono la dimostrazione che la Convenzione sarà il punto di partenza per un lungo processo di cambiamento nel cuore e nelle menti delle persone”.
“Questo è un momento decisivo per le donne europee che vivono la propria casa come un luogo di pericolo”, ha spiegato Gauri van Gulik, di Human Right Watch: “Il trattato obbligherà i governi a intraprendere azioni concrete per aiutare ragazze e donne che sopportano attacchi violenti”. La
convenzione di Istanbul è il primo trattato europeo mirato esclusivamente a combattere la violenza contro le donne e dentro le mura domestiche: fissa standard minimi di prevenzione e protezione, oltre che stabilire azioni giudiziarie. Le nazioni che sottoscrivono la Convenzione devono inoltre istituire lil servizi di aiuto come linee telefoniche, rifugi, assistenza medica e aiuto legale.
Dal maggio 2011, quando il Trattato è entrato in vigore, oltre la metà dei paesi membri del Consiglio d’Europa lo hanno firmato (25 su 47). Undici quelli che lo hanno ratificato: Albania, Austria, Bosnia, Italia, Montenegro, Portogallo, Spagna, Serbia, Turchia e ora Danimarca e Andorra.