Dopo Bologna, anche Ostia si è mobilitata per dire basta al femminicidio: sabato pomeriggio in cinquecento – tra uomini e donne – hanno sfilato per le vie del lido per mostrare la propria indignazione nei confronti della violenza contro le donne. La manifestazione ha avanzato anche precise richieste a governo ed enti locali, tra cui il rifinanziamento e la diffusione territoriale degli sportelli pubblici antiviolenza e la pianificazione a lungo termine di politiche finalizzate alla prevenzione e alla protezione delle vittime. Si chiedono inoltre pene certe per chi è colpevole, il potenziamento dei consultori e dei centri di ascolto territoriali, la formazione degli operatori sanitari, degli agenti di polizia, dei carabinieri e di tutte le istituzioni preposte. Durante la manifestazione il ricordo di Franca Rame e un reading dei testi tratti da “Ferite a morte” ad opera delle studentesse dei licei. Anche nelle istituzioni qualcosa si muove: una settimana fa, presso l’Assemblea legislativa del Lazio, è stata depositata una mozione avente per oggetto misure urgenti per il contrasto del femminicidio e della violenza di genere sulle donne. «La mozione – spiega la consigliera Marta Bonafoni, prima firmataria – impegna la Regione al rifinanziamento e alla diffusione capillare dei centri antiviolenza, all’istituzione di un osservatorio regionale sulla violenza di genere e di una rete regionale operativa tra tutti i soggetti coinvolti, finalizzata al contrasto della violenza di genere, alla promozione di attività di prevenzione ma anche in grado di garantire adeguata accoglienza, protezione e sostegno alle vittime dei maltrattamenti». In Puglia, su questi temi temi, è già stato avviato l’iter per una legge regionale.