La Camera ha detto “sì”: nonostante la pioggia di emendamenti che sembrava condannare il decreto legge contro il femminicidio alla decadenza, alla fine è arrivato l’assenso del primo ramo del Parlamento. Il testo approvato e che ora attende il via libera definitivo del Senato, è molto diverso da quello licenziato dal Consiglio dei Ministri, in virtù delle profonde modifiche operate dalle commissioni Affari costituzionali e Giustizia.Da un lato nuove aggravanti e nuove misure a tutela delle vittime di maltrattamenti e violenza domestica, ma dall’altro anche risorse per finanziare un Piano d’azione antiviolenza, una rete di case-rifugio e l’estensione del gratuito patrocinio. Il permesso di soggiorno, inoltre, potrà essere poi rilasciato anche alle donne straniere che subiscono violenza. Il dilemma revocabilità/irrevocabilità della querela nel reato di stalking è stato sciolto fissando una soglia di rischio: se si è in presenza di gravi minacce ripetute, ad esempio con armi, la querela diventa irrevocabile. Resta revocabile invece negli altri casi, ma la remissione può essere fatta solo in sede processuale davanti all’autorità giudiziaria. In caso di flagranza, l’arresto sarà obbligatorio anche nei reati di maltrattamenti in famiglia e stalking. Al di fuori dell’arresto obbligatorio, si può applicare la misura dell’ allontanamento con urgenza dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. L’allontanato potrà essere controllato attraverso il braccialetto elettronico o altri strumenti elettronici. Nel caso di atti persecutori, inoltre, sarà possibile ricorrere alle intercettazioni telefoniche.
A tutela della persona offesa scatta in sede processuale una serie di obblighi di comunicazione: la persona offesa, ad esempio, dovrà essere informata della facoltà di nomina di un difensore e soprattutto di tutto ciò che attiene alla applicazione o modifica di misure cautelari o coercitive nei confronti dell’imputato in reati di violenza alla persona. Inoltre, a prescindere dal reddito, le vittime di stalking, maltrattamenti in famiglia e mutilazioni genitali femminili potranno essere ammesse al gratuito patrocinio.
Nella trattazione dei processi priorità assoluta ai reati di maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale e limite di un anno alla durata delle indagini preliminari.
Non solo repressione: sul tavolo anche 10 milioni di euro per azioni di prevenzione, educazione e formazione. Il Piano, elaborato dal dipartimento per le Pari opportunità, dovrà tra l’altro promuovere il recupero dei maltrattanti e sensibilizzare i media ad adottare codici di autoregolamentazione per una informazione che rispetti le donne. Finanziamenti in arrivo anche per i centri antiviolenza e le case-rifugio. Nel 2013 10 milioni di euro, 7 nel 2014 e altri 10 all’anno a partire dal 2015.