Il decreto legge approvato poche settimane fa dal Governo Letta è una risposta «disorganica e lontana dalle reali esigenze delle donne che vogliono uscire da situazioni di violenza e degli operatori e operatrici che devono supportarle in questo percorso»: questo sostengono le associazioni aderenti alla Convenzione No More (che Ferite a morte sostiene sin dall’inizio del suo percorso) in una nota diffusa alcuni giorni fa. Il decreto, si legge nel comunicato, «è stato approvato senza tenere conto di tutte le proposte e delle denunce fatte dai centri antiviolenza e di tutte quelle associazioni di donne che da anni lottano contro la violenza , sostengono «le donne nei loro percorsi di autodeterminazione e si battono per una corretta informazione dei media sul femminicidio». Nel provvedimento esistono aspetti positivi – ad esempio l’introduzione degli obblighi di comunicazione nei confronti della persona offesa, l’estensione delle possibilità di incidente probatorio in forma protetta e l’introduzione della possibilità anche per le persone maggiorenni di esame testimoniale in forma protetta – ma complessivamente, spiegano le associazioni, il decreto legge si mostra del tutto indeguato «a contrastare quei meccanismi di disprezzo dei diritti e della dignità delle donne che ostacolano il godimento del loro diritto alla vita e all’integrità psicofisica». Inoltre, si legge ancora nella nota, «è molto grave che il Governo abbia incluso nel decreto legge l’elaborazione del “Piano Straordinario contro la violenza sessuale e di genere”, prevedendo espressamente che debba essere attuato a costo zero, quando ancora non ha provveduto a verificare e rifinanziare il vecchio Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking, in scadenza a novembre». Le associazioni, quindi, ribadiscono con fermezza le loro richieste, tra cui la verifica immediata del Piano nazionale in modo da individuare con chiarezza le politiche prioritarie, le responsabilità istituzionali, i tempi certi di attuazione; l’individuazione delle risorse disponibili per l’approvazione del nuovo Piano Nazionale Antiviolenza; la calendarizzazione in tempi rapidissimi al Senato il disegno di legge n.860 per l’istituzione della commissione bicamerale sul femminicidio; la convocazione con urgenza un tavolo di confronto tra associazioni, parlamentari e governo per la definizione delle modifiche legislative necessarie ed efficaci per un contrasto strutturale alla violenza maschile e al femminicidio.