Volete farvi concretamente un’idea della diseguaglianza e del sessismo a cui sono sottoposte le donne ovunque e da sempre? Collegatevi a internet e aprite il più comune dei motori di ricerca: Google. Poi iniziate a digitare “le donne non dovrebbero” e date un’occhiata alle parole con cui Google vi suggerisce di concludere la vostra frase, parole che non sono altro che una fotografia statistica della forma in cui quella frase ricorre più spesso. È questo il concept semplice ma estremamente efficace che il creativo Christopher Hunt ha adottato per la nuova campagna di Un women (nella sede dell’Un, a New York, Ferite a morte, nella sua versione inglese Wounded to death, farà tappa il prossimo 25 novembre, ricordate?). «Questa campagna – spiega Hunt – utilizza motore di ricerca più famoso al mondo (Google) per mostrare come la disuguaglianza di genere è un problema mondiale. Gli spot mostrano i risultati di ricerche originali, mettendo in evidenza le opinioni popolari in tutto il web».