La lotta alla violenza contro le donne in Puglia e in particolare nel leccese ha il nome del centro ‘Renata Fonte’ e il volto e l’orgoglio delle sue volontarie, a partire dalla combattiva presidentessa Maria Luisa Toto.
In 14 anni il centro ha assistito più di 700 donne l’anno. Offre assistenza legale e consulenza psicologica. Organizza gruppi di autoaiuto. Accompagna donne e figli nei loro complicati percorsi di autodeterminazione e autonomia. Nei processi il Centro si fa testimone contro l’omertà e la cultura maschilista e patriarcale che pervade le terre dove opera.
Solo un mese fa ha vinto il premio Minerva a Roma, ma l’amministrazione dal maggio 2011 non ha finanziato la convenzione, annuale, che tiene in vita il ‘Renata Fonti’. Alcuni giorni fa, il 21 dicembre, quella convenzione è scaduta e per ora c’è solo un impegno preso via fax dal sindaco a rinnovarla. Senza cifre, senza date, senza certezze. E soprattutto senza il riconoscimento di un lavoro portato avanti da anni con lo scarsissimo aiuto della politica e delle istituzioni.
Maria Luisa Toto non è stanca, è semplicemente furiosa e combattiva. Ha fatto anche lo sciopero della fame per una settimana per richiamare l’attenzione sul futuro del Centro. Ha mandato lettere, scritto centinaia di mail, inseguito il sindaco nel palazzo Comunale e nel frattempo continuato ad aiutare decine di donne in difficoltà: “Noi andiamo avanti, lottando. Perché l’obiettivo rimangono loro, vittime di questa terra tradizionalista e maschilista”. Maria Luisa chiede “rispetto per le donne del Centro: pretendo che qualcuno chieda loro scusa per come sono state trattate”