Lidia Ravera, neo assessore alla cultura della regione Lazio, regione che patrocina Ferite a Morte per la data dell’8 aprile all’Auditorium di Roma, ci dedica queste belle parole, memore anche della sua esperienza diretta sul palco di Genova il 9 dicembre.
Evocare la voce delle donne ferite e uccise, maltrattate e minacciate dai loro uomini, è qualcosa di più di un evento culturale, non è soltanto poesia malinconica, epos triste dei nostri tempi incivili, teatro d’occasione.
Evocare la voce delle donne ferite e uccise è provocare empatia e sdegno, non permettere che si dimentichi, far vivere queste ragazze, farle durare, far sentire la loro voce.
Se il teatro è l’ultimo luogo sacro della nostra società secolarizzata, con “Ferite a morte” si celebra un lutto collettivo. L’elaborazione di un dolore che chiede la nostra partecipazione, la nostra rabbia, la nostra volontà di reagire, di non dare per scontato che le donne non possano scegliere, che non possano permettersi di non amare più, di rifiutare un uomo, un matrimonio, un rapporto, di ribellarsi al ruolo di oggetto, pura funzione del desiderio maschile.
Non si tratta di fare spettacolo del male, ma di raccontarlo. Coraggiosamente.
E’ una cosa importante “Ferite a Morte“. E’ una cosa bella.
Ed è bello poterla patrocinare. E condividere.
Lidia Ravera