«La mia prima volta con Ferite a morte è stata a dicembre scorso, a Genova. Poi ce ne sono state alte. Tutte le volte un’emozione diversa, sempre intensissima. Fortissima la sensazione di prestare voce a una donna morta perché aveva come unica colpa quella di essere donne e di volere vivere la sua vita seguendo le sue scelte. Come non esserci a Bruxelles? Mi piace l’idea che questo sia un lavoro italiano, che prende voce, lingue e volti delle donne di altri paesi. Dal Nord Europa all’America».
(Malika Ayane, domani sul palco del Teatro Saint Michel di Bruxelles con “Feite a morte”)