Buon otto marzo a tutte! In realtà vorremmo dire anche buon nove marzo, e perché non buon 10 marzo o buon 11 marzo, e così via… Sì, perché non basta di certo un giorno all’anno per celebrare i talenti delle donne e riflettere sull’enorme gap culturale e sociale che ancora divide i due sessi in politica, nelle professioni e soprattutto in famiglia. Siamo ancora in attesa di un ministro alle Pari opportunità, per dire: questo Governo, dopo vari rimpastini di maniera, non lo ha ancora indicato. Non si tratta solo di una mancanza simbolica (anche i simboli la dicono lunga sulla storia di un Paese…) ma di una lacuna pratica e amministrativa che non permette di dare senso ai finanziamenti del nuovo piano anti-violenza, traducendo in realtà i tanti buoni propositi.
I numeri della violenza contro le donne in Italia restano drammatici e angoscianti. Non basta firmare e ratificare convenzioni internazionali, farsi fotografare con la penna in mano e il sorriso dei giusti. La verità è che rimaniamo parecchio indietro sull’attuazione degli obiettivi che abbiamo ratificato con la convenzione di Istanbul; per non parlare di quelli imposti dall’agenda della Commissione europea, che considerano la parità tra uomo e donna “un traino fondamentale per l’incremento dell’occupazione e la ripartenza economica di un Paese”. Naturalmente, vi chiede uno scatto non solo l’Europa. Ve lo chiedono tutte le donne italiane.
Serena Dandini